Per delineare il rapporto tra Chiesa e giovani non bisogna solo parlare “della” ma “con” la Bibbia

  27 febbraio 2019

Lunedì 25 febbraio l’Istituto di Teologia Pastorale della Facoltà di Teologia della Università Pontificia Salesiana di Roma, congiuntamente ad una pubblicazione dal titolo «Bibbia, giovani e discernimento» (LAS ‒ 2019, a cura dei proff. G. Benzi e F. Krason), ha tenuto un Seminario di studio in cui si è riflettuto – fedelmente al dettato del recente Sinodo dei Vescovi – sul trinomio Bibbia, giovani e discernimento, mostrando, sotto varie angolature e da diverse prospettive teologiche e pratiche, come l’animazione biblica della pastorale, soprattutto nell’ambito giovanile, possa offrire percorsi e strumenti a servizio del discernimento di vita anche in vista di scelte vocazionali in senso ampio ed in senso specifico.

«Abbiamo riconosciuto nell’episodio dei discepoli di Emmaus (cfr. Lc 24,13-35) un testo paradigmatico per comprendere la missione ecclesiale in relazione alle giovani generazioni», così comincia il Proemio del documento finale del Sinodo dei Vescovi «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». Un testo del Vangelo di Luca, assai conosciuto, viene assunto per scandire i contenuti e le tre parti del documento. Già questo indica una scelta di campo: i Vescovi hanno optato non solo di parlare della Bibbia, ma di parlare con la Bibbia, cioè di lasciarsi suggerire da un testo biblico i passaggi fondamentali che delineano il rapporto della chiesa con i giovani.

Al Seminario è intervenuto il prof. Xavier Matoses (UPS) sul tema del fallimento e discernimento, mentre J. Manuel Garcia ha approfondito il ruolo della preghiera e del discernimento nella vita dei giovani; al Convegno sono intervenuti anche il prof. Mirko Montaguti dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Rimini e Manuela Buccioni della Diocesi di Terni.