ARGOMENTI
Grazia e legami fraterni. Due accessi all’identità del Figlio di Dio nella carne.
Nella prima sezione del corso, sul crinale dell’antropologia teologica e della cristologia, si tenta di visitare si tenta di riequilibrare la visione della “grazia”, quasi esclusivamente determinata dalla visuale paolina di “dono” e “perdono”, mostrando un’altra possibile corrente biblica circa la grazia stessa, Tale corrente scorge nel “potere di muoversi” e nel “senso pratico” il primo dono dato all’uomo da Dio. Se così è, la grazia non si compie nel dono poiché è il dono di un potere che provoca ed esige l’effettivo esercizio. Solo se tale potere viene praticato in modo congruente alla realtà uscita dalle mani del Creatore, diviene savoir-faire, portamento e comportamento garbato, sapiente, giu-sto, ag-graziato, cioè grazia. La parte propriamente cristologica entra nel mistero dei gesti di Cristo, colui che “cresceva in età, sapienza e grazia” (Lc 2,51), il “pieno di grazia” (Gv 1,14), colui che porta al mondo la grazia (Gv 1,17). La professione di fede dei Vangeli mostra che solo in Gesù il primo potere dato agli uomini, il movimento, è divenuto “grazia”. Se esiste il savoir-faire, se è possibile il compimento del potere di muoversi (e così di tutto l’uomo), esso coincide con il savoir-faire di Gesù, con i suoi gesti. La pratica della fede è quindi descrivibile anche come processo di ri-abilitazione alla grazia del Signore Gesù; processo che deve attraversare ogni aspetto del potere di muover-si: sforzo, esercizio, abitudine, gesto.
Nella seconda sezione del corso si analizza la complessa fenomenolo-gia biblica circa la fraternità che, con la figliolanza, è uno dei legami che per-mettono l’accesso all’identità di Cristo, “Primogenito dei morti” e “Primogeni-to di ogni creatura”.
TESTI
PAGAZZI G.C., Questo è il mio corpo. La grazia del Signore Gesù, (Bologna, EDB 2016); PAGAZZI G.C., C’è posto per tutti. Legami fraterni, paura e fede, (Milano, Vita e Pensiero 2009). Ulteriore bibliografia è indicata durante le lezioni