Vita universitaria

Uniti nel Padre Nostro

Mercoledì 25 marzo, Solennità dell’Annunciazione del Signore, l’UPS risponde all’invito di Papa Francesco
  24 marzo 2020

In un momento di prova come quello che stiamo vivendo, anche l'UPS vuole raccogliere l'invito di Papa Francesco: recitare insieme la preghiera del Padre Nostro; per unirsi spiritualmente come comunità accademica, come cristiani e come famiglia umana.

L'appuntamento è per mercoledì 25 marzo a mezzogiorno, nel giorno in cui si ricorda l’annuncio alla Vergine Maria dell’Incarnazione del Verbo: “Possa il Signore - afferma il Santo Padre - ascoltare la preghiera unanime di tutti i suoi discepoli che si preparano a celebrare la vittoria di Cristo Risorto”.

Secondo il prof. Jesús Manuel García, docente di Spiritualità dell'Università, "invocando Dio con il nome di «Padre», entriamo in armonia con tutti, nelle profondità del cuore di Dio; come figli e figlie dello stesso Padre, ci sentiamo da Lui generati; sperimentiamo la sua bontà e sollecitudine d'amore, manifestata attraverso molteplici vie che, a volte, risultano difficili da capire e più difficili ancora da accettare. 

Nella notte oscura dell’anima è la fede che ci permette di intrave-dere, nella penombra, uno squarcio di luce perché è nostra convinzione che il Padre può soltanto far vivere. Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi (Sap 1,13). Gridando, dalla nostra debolezza verso Dio, diventiamo più forti.

Quando diciamo «Padre nostro» preghiamo con tutti gli uomini e le donne che vivono in Cristo, con tutta l'umanità presente e passata, perché in lui la morte non conta più.

Quando diciamo «Padre» riconosciamo la vita come dono e crediamo nella potenza di Dio che può rinnovare la realtà del mondo deturpato dal male e dalle nostre decisioni sbagliate.

Quando preghiamo il «Padre nostro» riaffermiamo la nostra totale disponibilità, non priva di paura e angoscia, nel mettere la nostra libertà a disposizione dell'amore del Padre.

Quando preghiamo il «Padre nostro» ci sentiamo fratelli aperti alla gratitudine e alla condivisione di una vita di figli, riconoscendo in Dio Padre la fonte e la radice di ogni fraternità. Recitando il Padre nostro rinnoviamo la speranza di poter affrontare quei momenti in cui sperimentiamo la precarietà della vita, delle relazioni umane, nel constatare il segno dell'amicizia, della fraternità, della vita condivisa nelle sue necessità e nei suoi limiti.

Quando invochiamo Dio come «Padre» chiediamo che il momento della prova non diventi luogo di caduta, ma luogo di trasformazione e di superamento.

Quando preghiamo perché Dio ci liberi dal male chiediamo che ci strappi dalla minacciosa presenza del male che opprime l’esistenza umana, e rinnoviamo la situazione di comunità di fratelli e sorelle in pericolo bisognosi della protezione materna".

Quando, nella verità, diciamo «Padre Nostro», rinunciamo agli istinti di morte, che sono dentro di noi, e nutriamo la speranza di un mondo migliore allo spuntar dell’aurora".

 Papa Francesco invita anche ad un altro momento di preghiera, venerdì 27 marzo alle ore 18, con l’adorazione del Santissimo Sacramento e la Benedizione "Urbi et Orbi" dal Sagrato, vuoto, della Basilica di San Pietro.