Maria Chiara Lorenzelli

La difficoltà di scegliere, dopo il liceo, la strada giusta. I dubbi e le paure di una giovane diciottenne sono diventati lo stimolo per coltivare le sue passioni: la fotografia, l’arte e il cinema

“Vorrei scegliere un’università che mi aiuti a seguire le mie passioni. Ma quali sono le mie passioni?”. Questa era la domanda che mi perseguitava dopo l’esame di maturità.

Mi chiamo Maria Chiara Lorenzelli, ho 22 anni e a 18 facevo parte di quella nicchia di studenti ignari di quale fine avrebbero fatto dopo il diploma. Seguire le orme del padre medico erano le aspettative di tutta la famiglia per me, prima di quattro figli. La pressione era molta, eppure la mia indole creativa, nascosta per timidezza o insicurezza, la pensava diversamente su tutto. I mesi prima della fatale decisione ho seguito due binari paralleli: sui libri studiavo per entrare a medicina, mentre su internet cercavo la mia strada, in maniera totalmente occasionale, senza sapere con certezza cosa stessi cercando.

Oggi frequento il secondo anno di Licenza in Scienze della Comunicazione sociale. Il mio percorso qui è iniziato in maniera totalmente casuale. Pensavo di poter diventare una professoressa, o forse una psicologa. Vagavo senza meta, finché non ho scoperto la Facoltà e dal primo giorno in quei corridoi, nelle aule e nei laboratori, mi sono sentita a casa. La Facoltà mi ha accompagnata nel mio percorso di crescita personale, prima che didattico. In questi quattro anni ho imparato a conoscere me stessa, i miei limiti, le mie capacità, a mettere in pratica le mie competenze, ma soprattutto a far emergere le mie passioni. Ho riscoperto l’interesse per la fotografia, l’arte e il cinema. Le opportunità e i problemi posti dalla società sono sempre stati il punto di partenza nello studio delle forme di comunicazione, per promuovere un uso creativo dei media nella formazione dell’opinione pubblica.

Oggi formare professionisti nel campo della comunicazione implica integrare le conoscenze teoriche con quelle pratiche. Per questo motivo l’Università ha sempre dato molta importanza al coinvolgimento di noi studenti in esperienze professionali. In questi anni ho seguito festival cinematografici, come la Biennale di Venezia o il festival “Popoli e Religioni” di Terni, ed eventi organizzati dall’Università stessa. Tra questi i due convegni sull’Intelligenza artificiale, nel maggio 2019 e nel settembre 2020, durante i quali ho creato prodotti audio-visivi utili alla promozione e alla diffusione degli eventi stessi. È in queste occasioni che ho conosciuto quelli che sono oggi i miei migliori amici, persone con le quali condivido passioni e interessi. A frequentare i corsi poi ci sono persone provenienti da ogni parte del mondo e ciò mi ha permesso di sperimentare realtà molto lontane dalla mia.

Cosa farò dopo la laurea? Mi interrogo spesso sull’importanza del tempo, il futuro invece resta sempre un grande punto interrogativo. Solo se pensiamo al tempo come quotidiano rapporto con gli altri, ci svincoliamo dal concetto di valore e di interesse. Questo mi ha insegnato l’Università Pontificia Salesiana: l’importanza della comunità, dei rapporti umani e delle sinergie che si creano tra le persone. Oggi molti studenti sono propensi a mettere in gioco le proprie capacità, ma sono ostacolati da continue incertezze del mondo del lavoro. Personalmente ritengo che l’Università sia stata una grande avventura. Mi ha aiutato a riconoscere le mie capacità e i miei limiti, mi ha fatto uscire da me stessa mettendomi alla prova. L’università è stata l’occasione in cui ho potuto essere io la protagonista.